Genere: Narrativa moderna/contemporanea
Pagine: 331
Prezzo: 15,50 € cartaceo - da 3,50€ ebook
Editore: Sperling & Kupfer
Data uscita: 2017
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Trama.
C'è un negozio di fiori, nel cuore di Parigi, che raccoglie una magia impossibile da spiegare a parole. Il suo nome è L'Étoile Manquante. L'anziano proprietario, Dominique Brulé, sa che ogni fiore può nascondere un vero e proprio balsamo per l'anima. Lui stesso, quando è venuta a mancare la stella della sua vita, ha scoperto tra i colori e i profumi di quella bottega un conforto inaspettato e ora si adopera per regalare agli altri la felicità. Un po' filosofo, un po' prestigiatore, sa intuire gli stati d'animo, consigliare il fiore giusto per ogni ferita del cuore, trovare le parole adatte ad accompagnare una gioia, un dolore, un'illusione necessaria. Ospiti fisse del negozio sono Mercedes e Tilde, partite dalla Spagna tanti anni prima per inseguire un sogno o la fortuna. Le loro giornate ruotano intorno a quella bottega, ancorate all'amicizia che le lega, scandite dalle irrinunciabili perle di saggezza di Brulé, il «traduttore di fiori». Un giorno, come un improvviso vento fresco, irrompe in quella lenta routine Violeta: vent'anni, incinta e con il cuore spezzato. Assunta come assistente fiorista, porterà lo scompiglio in quelle tre vite silenziose, risvegliando il profumo di emozioni che vogliono tornare a sbocciare. Mentre lei, accolta con affetto da quell'insolita famiglia, imparerà ad apprezzare i doni che ogni stagione può riservare, perché anche il buio dell'inverno che sta attraversando è destinato a rivestirsi dei colori di una nuova primavera. Un romanzo delicato, dove la felicità sta nelle cose semplici e le seconde chance non hanno età. Una storia dedicata a chi sa emozionarsi «per un bacio al cinema, alla fine di un film, per un caffè caldo, per una pioggia inaspettata che solleva l'odore dell'erba, per uno sguardo dentro una vetrina, per una sedia vuota nel bar preferito, per una canzone che piace, per un nuovo mattino.»
Recensione.
C'è un negozio di fiori, nel cuore di Parigi, che raccoglie una magia impossibile da spiegare a parole. Il suo nome è L'Étoile Manquante. L'anziano proprietario, Dominique Brulé, sa che ogni fiore può nascondere un vero e proprio balsamo per l'anima. Lui stesso, quando è venuta a mancare la stella della sua vita, ha scoperto tra i colori e i profumi di quella bottega un conforto inaspettato e ora si adopera per regalare agli altri la felicità. Un po' filosofo, un po' prestigiatore, sa intuire gli stati d'animo, consigliare il fiore giusto per ogni ferita del cuore, trovare le parole adatte ad accompagnare una gioia, un dolore, un'illusione necessaria. Ospiti fisse del negozio sono Mercedes e Tilde, partite dalla Spagna tanti anni prima per inseguire un sogno o la fortuna. Le loro giornate ruotano intorno a quella bottega, ancorate all'amicizia che le lega, scandite dalle irrinunciabili perle di saggezza di Brulé, il «traduttore di fiori». Un giorno, come un improvviso vento fresco, irrompe in quella lenta routine Violeta: vent'anni, incinta e con il cuore spezzato. Assunta come assistente fiorista, porterà lo scompiglio in quelle tre vite silenziose, risvegliando il profumo di emozioni che vogliono tornare a sbocciare. Mentre lei, accolta con affetto da quell'insolita famiglia, imparerà ad apprezzare i doni che ogni stagione può riservare, perché anche il buio dell'inverno che sta attraversando è destinato a rivestirsi dei colori di una nuova primavera. Un romanzo delicato, dove la felicità sta nelle cose semplici e le seconde chance non hanno età. Una storia dedicata a chi sa emozionarsi «per un bacio al cinema, alla fine di un film, per un caffè caldo, per una pioggia inaspettata che solleva l'odore dell'erba, per uno sguardo dentro una vetrina, per una sedia vuota nel bar preferito, per una canzone che piace, per un nuovo mattino.»
Recensione.
Il
libro è molto particolare, scritto in un modo che, per chi è
abituato ad una trama lineare e scorrevole, il lettore, a tratti,
fatichi a riprendere il filo.
I vari personaggi si alternano parlando
in prima persona, per poi passare a tratti narrativi, tutto sommato ci si abitua
subito a questo stile.
Il
“gruppo”, formato da Mercedes e Matilde, detta Tilde, fa capo a
Dominique Brulé, proprietario del negozio di fiori a Parigi dove si
incontrano tutti i giorni per ricordare il passato e la giovinezza di
tutti e tre.
I
dolori e le sofferenze di Matilde e Mercedes sono un tema portante.
Entrambe spagnole sono divenute amiche dopo essere sfuggite alle
delusioni affrontate sia nella vita che nell’amore.
L’inevitabile
accettazione dell’ineluttabile rassegnazione che
“questa è la
vita e non si può fare altro che andare avanti e aiutarsi come si
può”
lo si percepisce dal rapporto che le due donne hanno con i
loro animali domestici, un gatto per Matilde e un cane Mercedes: un
gatto senza nome che Matilde considera “il gatto che non è il mio
gatto” e il cagnolino di Mercedes che è troppo vecchio per poter
essere portato a fare una passeggiata perché non si regge in piedi.
Traspare la profonda solitudine delle loro vite anche in questo
rapporto: un gatto che non viene mai quando lo si chiama e un cane
che potrebbe morire ben presto.
Nonostante tutto trovano quella forza
e quell’ironia per andare avanti che solo le forti anziane signore
sanno far propria, per “vivere” la giornata, prima di ritornare
nelle proprie abitazioni piene di ricordi, seguendo i quotidiani
rituali: vedersi al negozio di Dominique, prendere il caffè con i
biscottini, tornare a casa perdendosi nei ricordi per poi riemergere
il giorno dopo rincontrandosi nel negozio …
L’arrivo
di Violeta, giovane spagnola, incinta, fuggita da Madrid per il
dolore straziante dell’abbandono del fidanzato, porta una ventata
di gioventù nel gruppo.
La
sua presenza sarà indispensabile quando nella vita di Mercedes il
doloroso passato inaspettatamente ritorna e toccherà proprio a
Violeta scoprirne il mistero.
Un mistero che permetterà a Tilde e
Violeta di intrecciare un rapporto affettuoso come “nonna e
nipote”.
Un’altra
misteriosa presenza ogni tanto aleggia, quella del “narratore” a
cui, in alcuni momenti i personaggi “non danno retta”, vivendo un
attimo di vita propria, esprimendo i loro pensieri personali con
tranquillità; un “narratore” che consiglia a sé stesso come
prendersi cura di uno o l’altro dei personaggi e che, ad un certo
punto, diventa egli stesso uno dei protagonisti.
Tra
la tenera abitudine di Dominique di parlare ai suoi fiori e la
descrizione di come anche loro divengano protagonisti quando vengono
descritti nell’atto di volgere le corolle per ascoltare i colloqui
che si svolgono nel negozio, tanto da immaginarli davvero mentre si
muovono delicati.
Dalla romantica mania di Mercedes di rifugiarsi
nella sua libreria preferita, Shakespeare and Company, per scrivere
bigliettini anonimi da infilare furtivamente nei libri che verranno
poi comprati, tipo “Anche non voler pensare conta come felicità”; al concierge Julien con la sua collezione di francobolli lasciati
sulle buste per non rovinarli e che permetteranno a Violeta e Tilde
di aiutare Mercedes a sua insaputa; al dolce ricordo della moglie di
Dominique, alle vie di Parigi imbiancate dalla neve e dagli addobbi
natalizi, alla nuova vita che arriva mentre un’altra se ne andrà
improvvisamente ma in una maniera che, dopo aver letto, non ci
stupisce seppur ci rattrista il libro a tratti meno scorrevole e
forse un po’ confusi merita di essere letto.
Se non altro per
l’atmosfera che crea.
Forse sarebbe meglio concentrarsi
singolarmente sui personaggi e assemblarli a poco a poco, questo
saltare da uno all’altro, questo passare da un brano narrato ad uno
in prima persona scoprendo che non appartiene al personaggio di cui
si parlava precedentemente, come se ognuno volesse prevaricare
sull’altro, insinuarsi, mentre sta parlando un personaggio, quasi a
volergli rubare la scena sembra portare un po’ di confusione.
Alla
fine si realizza che la trama è molto semplice e, tutto sommato,
gradevole.
La
frase con cui vorrei concludere è quella scritta in copertina, uno
dei messaggi:
“Bisogna insistere nell’allegria” perché, alla
fine, il vero significato di questo libro, il suo personale messaggio
è proprio questo!
Stefania
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