giovedì 29 agosto 2024

Recensione del romanzo: "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valérie Perrin






Cambiare l'acqua ai fiori.

Generenarrativa contemporanea
Pagine: 480
Editore: PubMe
Prezzo: 19.00€ cartaceo
Data uscita: 19 luglio 2019
 

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Trama.

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.


Recensione:

Avete presente quelle letture che vi fanno provare un misto di amore e odio? Quelle che iniziano lentamente, quasi faticosamente, ma poi vi catturano, solo per farvi inciampare nuovamente in momenti di frustrazione, prima di riconquistare il vostro affetto? Ecco, questo libro rientra perfettamente in questa categoria, almeno per me.
L'ho iniziato qualche mese fa, esattamente il 24 marzo per poi concluderlo il 24 agosto (grazie goodreads).
L'inizio è stato piuttosto lento, tanto che faticavo a comprendere la direzione della storia, il ruolo dei personaggi e il loro vero carattere. Probabilmente ho iniziato la lettura nel momento sbagliato. Può capitare... motivo per cui, quando una lettura non mi arriva, quando non riesco ad entrare in quel mondo, non mollo ma vado avanti.
Ho fatto bene perché scavallati i primi capitoli, ho iniziato a capire, fare ordine, conoscere i personaggi e il loro ruolo all'interno della storia. Addirittura quasi ad adorare il lavoro di Violette. Mi sono chiesta perché non ci sia qui, sarebbe splendido poter fare come lei. Scrivere, appuntare le parole dei vivi per i loro cari, pulire, cambiare l'acqua ai fiori di chi non può farlo, lasciare un fiore sulle tombe dimenticate, conoscere storie, consolare...
Non posso negare che Violette sia un personaggio al quale legarsi senza troppi problemi, ha una personalità speciale. Chi la circonda lo sa bene, chi invece è stato sul suo cammino precedente a questa vita, non ha avuto lo stesso sentimento.. Violette è accomodante, simpatica, diretta, ha un'anima che si è creata camminando sui vetri rotti della vita voltandosi per raccoglierli, fonderli e ricreando qualcosa di meraviglioso. Le parti in cui si racconta del suo passato non sono facili, a tratti capisci già chi è, ma non è da tutti uscire come un fiore nuovo da ciò che ha vissuto. 
Alcuni capitoli sono stati estremamente difficili, ci sono argomenti ed eventi che urtano, irritano, vorresti saltarli, andare oltre, provi pena (in senso negativo) per alcuni personaggi. Quelli fanno parte del momento "odio". Non so, per quanto sia stato veramente una montagna russa leggerlo, mi piacerebbe ritrovare Violette altrove, che spunta in qualche altro romanzo dopo anni per sapere come sta quella guardiana che vorrei andare a trovare per bere un tè osservando la sua casa e il suo orto come se stessi andando da una cara zia. 

Philippe, lo conoscerete quasi subito e probabilmente, come me proverete una serie di sentimenti che cozzano tra loro. Dalla rabbia, al volerlo prendere a cazzotti, al provare pena (sia in senso buono che meno buono). Resta il fatto che si capisce quanto il background possa plasmare una persona portandola ad essere il proprio peggio o meglio... sta a noi scegliere e non possiamo sempre incolpare gli altri. 
Lui ha scelto il peggio, ha avuto possibilità per andare oltre ma è rimasto focalizzato su ciò che poteva essere la versione peggiore di se stesso.

Sasha, oltre la metà del romanzo ci è dato conoscerlo meglio, è una boccata di ossigeno non solo nella vita di Violette ma anche nella nostra mentre leggiamo, permette di ricalibrare il giudizio sulla lettura distogliendo l'attenzione da altre cose che ti farebbero voglia di chiudere il libro e lasciarlo a prendere polvere. Non è un personaggio salvifico, ma sicuramente aggiunge equilibrio alla narrazione. 
[Specifica: può sembrare un giudizio negativo invece è una nota più che positiva per l'autrice che ha saputo dosare e inserire bombole di ossigeno nei momenti giusti]. 

Non sto a dilungarmi. Diventa difficile per me dare un giudizio perché potrei cambiarlo in base alla giornata ma credo che al momento in 3 stelle e mezzo sia più che corretto. Vi consiglio la lettura se avete la mente sgombra, se invece è piuttosto carica, allora rimandate."


VALUTAZIONE: